Il territorio

Nel breve tratto di una manciata di chilometri il paesaggio della provincia di Bari cambia radicalmente. Dal mare alla collina, la lunga e rigogliosa fascia d’olivi che domina il paesaggio della Terra di Bari si fa più povera a mano a mano che si spinge verso i territori collinari dell’entroterra fino a una ventina di chilometri dalla costa adriatica, nel cuore dell’Alta Murgia, dove cede terreno prima alle vigne e ai mandorli poi a boschi cedui di querce e a una prepotente presenza di rocce e pietre affioranti.

 

Tutto questo, da qualche anno, è istituito in Parco Nazionale dell’Alta Murgia (circa 70.000 ettari).

È un altopiano di natura carsica, modesto per altitudine con qualche raro picco che può arrivare al massimo a 600 m s.l.m. ma esteso per superficie, dove sono numerosissime le doline, le lame, le voragini, i puli, le depressioni e le piccole fosse alluvionali che corrono tutt’intorno ai modesti rilievi collinari.

Quello dell’Alta Murgia è un territorio percepito in strettissima connessione con la storia e il lavoro umano.

Un Parco in grado di innescare le dinamiche peculiari che caratterizzano in maniera così unica l’Alta Murgia, e cioè quella straordinaria presenza attiva dell’uomo che in rapporto osmotico con l’ambiente naturale ha determinato nei secoli un sistema in cui ogni elemento, naturale e costruito, appare storicamente e coerentemente inserito, in cui i legami tra l’uomo e la terra, definiti e regolati dal lavoro agricolo e da quello pastorale hanno prodotto la costruzione di quell’eccezionale ‘sistema bipolare’ formato da masserie da campo e per pecore.
Un Parco inteso come promozione di iniziative complementari che mirino alla migliore utilizzazione delle attività e dei manufatti esistenti attraverso la loro riqualificazione.

Un Parco rurale, quindi, inteso come un laboratorio di restauro ambientale e di riconversione produttiva anche come esperienza pilota per il rilancio delle aree interne considerate come nuove frontiere capaci di soddisfare la domanda turistica con soluzioni diverse da quelle tradizionali o speculative e per favorire una politica di insediamento da parte dei giovani.

Non c’è dubbio che l’illuminato imperatore Federico II di Svevia, il “puer Apuliae”, abbia amato questa terra. A testimoniarlo sono non soltanto gli scritti ma anche i numerosi castelli e palazzi, costruiti o riedificati, sparsi tutt’intorno. Il cuore di Federico batteva forte per l’Alta Murgia, uno dei luoghi prediletti per dare sfogo alla sua grande passione per la falconeria.

 

All’interno della Murgia Barese, il territorio di Rutigliano è costituito geologicamente da calcari del Cretaceo a cui si sovrappongono depositi quaternari, formati soprattutto da calcareniti e argille, particolarmente idonee alla pratica dell’agricoltura. La fertilità del suolo insieme alla presenza delle “lame”, letti alluvionali, e il collegamento fra queste e la costa spiegano la persistenza e la densità di insediamenti umani sin dalla Preistoria.

Allo sfruttamento agricolo, base costante dell’area, si affiancarono ben presto l’artigianato e il commercio, favoriti dalle risorse naturali e dalla posizione geografica.

La storia di Rutigliano dimostra che il paese è stato, sempre, un insediamento urbano vitale e fiorente, a partire dai tempi più antichi, testimoniati da numerosi pregevoli reperti archeologici e dalla presenza di grotte, ipogei, “specchie”, passando a masserie, ville di campagna, chiese rurali, il seicentesco convento di Santa Maria Del Palazzo fino ai tempi più recenti legati alla produzione di uva da tavola e caratterizzati dall’impianto di numerose aziende artigianali e industriali.

 

Fonte: altamurgia.it

Info e recapiti

Museo del Fischietto "Domenico Divella"
Via L. Tarantini, 28
70018 Rutigliano (Ba)
Tel e fax: 080/4767306
info@museodelfischietto.it

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